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Raccolta differenziata: italians do it better

C’era una volta il bidone della spazzatura. Ma questa è una storia vecchia, oggi di bidoni ce ne sono tanti. Se per le nuove generazioni gestire la raccolta differenziata in casa è una pratica comune, per la maggior parte di noi è stato un cambiamento epocale. Eppure, nonostante in Italia la raccolta differenziata sia obbligatoria da anni, in tanti – pur facendola – si chiedono ancora a cosa serva.
 

La raccolta differenziata è uno dei più semplici, ma efficaci modi per essere rispettosi nei confronti dell’ambiente. In un mondo sempre più attento alla sostenibilità ambientale e promotore di un sistema di economia circolare in cui nulla viene sprecato, differenziare i rifiuti prodotti, evitando che essi finiscano indistintamente in discarica o in un inceneritore fa la differenza. Tanta differenza.
 

Ecco i vantaggi che produce:

  • aumento del riciclo delle materie e conseguente risparmio di energia – la produzione di carta riciclata, per esempio, richiede quantità inferiore di acqua rispetto a quella richiesta per produrre carta nuova;
     
  • riduzione dell’inquinamento prodotto da inceneritori e discariche;
     
  • riduzione delle tasse sui rifiuti (Tari).

Se alcuni punti sono più scontati, meno lo è il fatto che la raccolta differenziata sia vantaggiosa anche economicamente: più cresce la raccolta differenziata, più risparmiano i cittadini. I comuni italiani, almeno in parte, l’hanno capito e mettendo in atto un sistema di differenziata funzionante hanno abbassato le tasse sui rifiuti per i cittadini. Esempi virtuosi sono Trento, Trieste, Aosta, Ancona e Genova. Male invece è la gestione dei rifiuti in molti comuni del sud, soprattutto a Palermo.
 

Un Rapporto dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) relativo al 2016 ha rivelato che negli ultimi dieci anni la raccolta differenziata in Italia è raddoppiata. Dal 25,8% del 2006 si è infatti passati al 52,5% nel 2016 (+5% rispetto al 2015).
 

Se l’Italia era fino a poco tempo fa l’emblema dell’emergenza rifiuti oggi invece, grazie ai 1.520 comuni virtuosi, il nostro Paese è un esempio di buona gestione dei rifiuti urbani e, rispetto all’Europa, ha dimostrato di riuscire a fare meglio anche di Paesi che nell’immaginario comune sono migliori del nostro, come per esempio la Germania.
 

Tra le ragioni di questo cambiamento ci sono la diminuzione delle discariche e la promozione della raccolta differenziata. Ma è soprattutto la mentalità dei cittadini, sempre più attenti a tematiche di sostenibilità ambientale, ad aver favorito questo processo.
 

Alcuni comuni sono poi dei veri casi d’eccellenza. Milano è per esempio la prima metropoli italiana che ha organizzato la raccolta porta a porta dell’organico e la seconda in Europa, dopo Vienna. Parma invece ha introdotto un sistema di pagamento che varia in base alla produzione effettiva di rifiuti.
 

Ma rispetto alla raccolta dell’organico, persiste un problema al sud, dove viene effettuata spesso con sacchetti non idonei. Ciò costa circa 42 milioni di euro all’anno.
 

Insomma di strada da fare ce n’è ancora, ma l’Italia può essere orgogliosa di aver capito tutti i vantaggi della differenziata.
 

In primis, essa permette di incrementare le percentuali di riciclo dei rifiuti, riducendo l’utilizzo delle risorse naturali. Inoltre meno spazzatura indifferenziata da smaltire significa bruciare meno materiale nelle discariche e negli inceneritori, altamente inquinanti. Ma come si è detto, la differenziata ha un impatto positivo anche a livello economico. Minore è la quantità di rifiuti in discarica o inceneritori, minori sono le tasse.
 

Insomma non c’è motivo per non essere contenti di avere più di un bidone della spazzatura in casa.

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