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La felicità dei dipendenti determinerà il successo delle aziende

Come sopravvivere alla liquidità che caratterizza i nostri tempi, i nostri ritmi, le nostre relazioni, anche le più vitali?” è uno delle ultime domande con cui ci ha lasciato il sociologo polacco Zygmunt Bauman.
 

La liquidità moderna non caratterizza solo il rifiuto di categorie tradizionali quali genere ed età, ma ha anche ridotto le distanze tra sfera privata e professionale delle persone. Non solo, un welfare pubblico sempre più carente e la crescita dell’età pensionabile hanno contribuito a rendere le aziende non più semplici posti di lavoro, ma piuttosto ambienti in cui ci si muove, si lavora, si fanno amicizie, in poche parole: in cui si vive.
 

Come naturale conseguenza, i lavoratori ambiscono alla felicità sul posto di lavoro, come mai prima d’ora. Non ci si accontenta più di essere felici a casa, con la propria famiglia e i propri amici. E allora, oltre allo stipendio, i servizi offerte dalle aziende diventano fondamentali: da una ricerca di Randstad è emerso che l’84% dei lavoratori lascerebbe l’attuale lavoro per lavorare in un’impresa con una reputazione migliore.

Ma come si ottiene la felicità dei dipendenti?
 

Oggi si parla molto di welfare aziendale e finalmente in Italia una normativa ha reso ancora più vantaggioso per le aziende mettere a disposizione dei propri dipendenti servizi e benefit per accrescere il benessere sul lavoro, perché chi è più sereno, non solo lavora meglio e di più, ma ha anche maggiori possibilità di successo.
 

Ma il welfare aziendale non può essere solo uno strumento di ottimizzazione fiscale, ma deve invece essere una leva per la valorizzazione dei talenti individuali. Occorre creare una nuova cultura aziendale, che punti sulla felicità dei dipendenti e che tratti i lavoratori come persone e non come risorse.
 

Il momento storico è particolare: mancano professionalità specializzate, spariscono alcuni lavori e ne nascono di nuovi. Le aziende allora, per rimanere in vita ed essere competitive sul mercato devono attrarre questi nuovi talenti e devono creare con loro un rapporto di fiducia.
 

Le strategie e attività finalizzate a comunicare in maniera efficace le caratteristiche distintive che rendono unica la propria azienda con lo scopo di attrarre e trattenere i talenti giusti si chiama employer branding. Esso consente di reclutare nuove risorse qualificate e promettenti, favorendone il senso di appartenenza e stimolando la loro identificazione con l’azienda.

La felicità è dunque la nuova frontiera del welfare aziendale che coinvolge la vita del lavoratore nel suo insieme. E quando l’azienda riesce a rendere felici i propri dipendenti, loro renderanno felici i clienti.

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