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Acqua minerale, di sorgente o microfiltrata: che differenza c’è?

Una, cento, mille acque. Quanti tipi diversi ne abbiamo bevuto in vita nostra? Fare il calcolo non è semplice tra tutti i marchi presenti nei supermercati, le acque di lusso servite in alcuni ristoranti, quella che scorre nelle fontane delle città, quella delle cascate e dei ruscelli di montagne e infine quella che beviamo direttamente dai rubinetti di casa. E sicuramente ci siamo dimenticati di “qualcuna”.

Però non tutte queste acque sono uguali. Anzi, sono molto diverse fra loro: ciò che le accomuna è solo l’aspetto, ma il sapore e soprattutto le caratteristiche organolettiche non lasciano dubbi. Non esiste un unico tipo di acqua.

La prima distinzione da fare è tra acqua minerale e acqua potabile, ossia detto in parole più semplici, tra quella in bottiglia (minerale) e quella che scorre nelle tubature di case, ristoranti e uffici (potabile).

L’acqua potabile, a differenza di quella minerale e quella di sorgente, è sottoposta a trattamenti di disinfezione con cloro e a costanti e rigidi controlli per verificare che sia priva di batteri. Altro elemento che può incidere sulla qualità dell’acqua potabile sono le tubature vecchie che possono causare la dispersione di metalli pesanti nell’acqua, intaccando odore e sapore.

Esistono soluzioni per migliorare l’acqua potabile. Possiamo decidere di bere ogni giorno l’acqua di casa a km0, ma rendendola più buona, ovvero microfiltrandola. L’acqua microfiltrata, attraverso sistemi sofisticati che vengono installati sui rubinetti di casa, viene depurata da eventuali impurità e soprattutto migliora in odore e sapore. La microfiltrazione però non trattiene i sali minerali e non priva l’acqua delle proprietà specifiche dell’acqua.

Invece sono acque minerali tutte quelle acque naturali che hanno origine da falde o giacimenti sotterranei, che provengono da una sorgente (naturale o perforata), che hanno caratteristiche igieniche particolari ed eventuali proprietà favorevoli alla salute.

In questo si distinguono dalle “semplici” acque di sorgente a cui non vengono riconosciute le proprietà favorevoli alla salute. Per essere definita minerale, infatti, un’acqua deve ricevere un riconoscimento ministeriale che ne garantisce le caratteristiche.

Le acque minerali, grazie a queste loro proprietà, un tempo venivano usate per le cure mediche, ma con un benessere più diffuso e un tenore di vita mediamente migliore, sono diventate comuni nell’alimentazione di tutti i giorni.

Anche nel caso delle minerali non si può parlare di un’unica acqua. Ciò che differenzia un’acqua dall’altra, ciò che le rende diverse per il nostro palato è principalmente la sua provenienza. Il territorio influisce sull’acqua proprio come avviene con il vino. Quando parliamo di residuo fisso (in inglese TDS) parliamo delle componenti minerali dell’acqua che sono le responsabili del suo sapore e del suo “carattere”.

Il residuo fisso determina quanto sodio, magnesio, calcio e altri minerali sono presenti nell’acqua. Queste informazioni sono sempre reperibili sulle etichette delle bottiglie di acqua minerale, mentre più difficile è conoscere le proprietà dell’acqua che scorre in casa.

Non esiste dunque un’unica acqua e dobbiamo imparare a sceglierla in base ai nostri gusti. Il sommelier d’acqua Martin Riese suggerisce di comprare acque minerali differenti e di assaggiarle, proprio come si farebbe con una degustazione di vini, aggiungendo anche un bicchiere della propria acqua di rubinetto.

Acqua minerale, di sorgente o acqua microfiltrata: voi quale preferite? L’importante è fare scelte responsabili, tenendo sempre presente il nostro impatto sull’ambiente.

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