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Mindfulness: cos’è e come integrarla al proprio stile di vita

mindfulness

“Ovunque tu vada, eccoti”. Con semplicità Kabat-Zinn, biologo e scrittore statunitense, professore emerito di medicina e fondatore del Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society, spiega così la pratica della mindfulness.
 Sempre più persone la praticano e ne parlano anche in Italia, come mai? Perché i risultati sul nostro benessere psicofisico sono evidenti già dopo poco tempo. 

Le origini
 

La parola inglese, che in genere traduciamo come consapevolezza, deriva dalla parola sati in pāli, lingua indiana usata nella liturgia del Buddhismo theravada e che in realtà indica un’attenzione consapevole. Detto in maniera più “romantica”, la mindfulness è l’atto di porre l’attenzione in modo particolare, ossia intenzionalmente, nel momento presente e in maniera non giudicante.
 

La mindfulness ha origini antichissime, risale infatti a 2500 anni fa quando veniva praticata in Asia meridionale e sudorientale, mentre nel mondo Occidentale ha fatto la sua comparsa la prima volta negli anni Settanta negli Stati Uniti. Oggi trova applicazione anche nella medicina.
 

Ma cos’è davvero la mindfulness?
 

Si tratta di una forma di meditazione accessibile a tutti perché, seppure abbia origini buddhiste, non implica credenze di nessuna religione. Come ogni altra forma di meditazione, richiede energia, tempo, determinazione, fermezza e disciplina.

Lo scopo della mindfulness è dirigere volontariamente la propria attenzione a quello che accade nel proprio corpo e intorno a sé, ogni attimo, ascoltando la propria esperienza e osservandola per quella che è, senza dare giudizi né fare valutazioni.
 

Come si pratica?
 

La mindfulness si può praticare da seduti, su una sedia o anche per terra, ma anche camminando. La meditazione impone di porre attenzione al proprio corpo, alle nostre percezioni sensoriali – siano esse fisiologiche, fisiche o psichiche – alle nostre formazioni mentali (rabbia, dolore, felicità…) e agli oggetti della mente (il chi, cosa o perché di ogni formazione mentale).

L’osservazione soggettiva di noi e della realtà che ci circonda andrebbe fatta in uno stato di calma nel quale si accetta ciò che viene osservato per ciò che è.
 

Il metodo
 

Le prime volte che si pratica mindfulness bastano 5 o 10 minuti, via via che passa il tempo si riuscirà a rimanere concentrati per più tempo e a meditare anche per 30 o 40 minuti. Insomma non occorre molto tempo, si può praticare dopo la sessione di allenamento o una serie di esercizi fatti in casa, ma anche al mattino appena svegli o prima di andare a dormire per aiutare il corpo a rilassarsi e quindi dormire meglio. 

Si comincia prestando attenzione al proprio respiro, concentrandosi sulle varie parti del corpo coinvolte. Se ci si distrae, bisogna riportare l’attenzione sul proprio respiro. In seguito si sposta l’attenzione su ogni parte del nostro corpo a partendo dalle dita dei piedi e salendo fino alla testa.
 

I benefici
 

Subito dopo le prime volte che si pratica, la mindfulness insegna a essere più stabili, ad accettare quello che ci accade, accrescendo la nostra capacità di concentrazione.

La Mindfulness è una meditazione che ha risvolti positivi anche sulla salute personale.

Se praticata con costanza ecco gli effetti che otterremo:

  • riduzione dello stress e patalogie correlate;
  • sollievo dei sintomi fisici connessi a malattie organiche;
  • promozione di cambiamenti positivi e profondi dell’atteggiamento, del comportamento e della percezione di sé, degli altri e del mondo;
  • maggiore padronanza delle situazioni difficili;
  • maggiore potere di gestione dei conflitti;
  • migliore qualità del sonno.
     

Una volta raggiunta la consapevolezza del nostro corpo, si può passare al livello successivo coinvolgendo tutti i cinque sensi e applicando la mindfulness a ogni azione che compiamo durante la giornata. Staremo meglio… e ovunque andremo sapremo di esserci.

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