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Piatti e bicchieri di plastica: preparati alla nuova normativa a tutela dell’ambiente

plastica ambiente

Dall’invenzione nel 1954 di Giulio Natta del “moplen” – la plastica che ancora oggi è utilizzata per conservare al meglio il cibo nelle vaschette – per la quale ricevette il Premio Nobel nel 1963 – ad oggi, ne abbiamo fatta di strada. Purtroppo, però, per noi, non tutte le invenzioni le abbiamo usate nel modo giusto ed equilibrato. Per questo motivo oggi siamo arrivati a importanti restrizioni nell’utilizzo della plastica, ai fini di una nuova politica di sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente.


A quanto pare, infatti, abbiamo utilizzato troppa plastica; tanta da farla risultare un materiale estremamente inquinante per l’ambiente. Plastica e carta, sono due dei materiali più difficili da smaltire, e che spesso sono i protagonisti di grossi danni ambientali. L’Unione Europea ha, quindi, deciso di far fronte a questa problematica con la Normativa del 16 gennaio 2018. La Normativa conferma l’esigenza di adottare una strategia sul tema delle materie plastiche nel quadro del piano d’azione sull’economia circolare del 2015.

Lo scopo di questa normativa?

  • Aumentare la domanda di plastica riciclata
  • Ridurre i rifiuti di plastica e le microplastiche
  • Sostenere l’azione globale.

Si punta a una nuova economia delle materie plastiche, che rispetti le esigenze di riutilizzo, riciclaggio e riparazione. Dobbiamo proteggere il nostro pianeta, aiutarlo a sopravvivere, limitando il più possibile i danni ambientali causati dall’eccessivo utilizzo di materiali inquinanti. La plastica rientra tra questi ultimi, ecco perché da gennaio 2018 sono cambiate le regole di utilizzo. Vediamo più nello specifico in cosa consistono.

Limitare l’utilizzo della plastica ai fini della tutela dell’ambiente

Non molti ne sono a conoscenza, ma ci sono delle vere e proprie “isole di plastica” che stanno letteralmente conquistando gli oceani, seguendo le correnti naturali. Attualmente, quelle ritrovate sono sei.

  • Great Pacific Garbage Patch – 700.000 km² di estensione fino a più di 10 milioni di km², per un totale di circa 3 milioni di tonnellate di rifiuti accumulati nei secoli;
  • South Pacific Garbage Patch – con una superficie che si aggira intorno ai 2,6 milioni di chilometri quadrati;
  • North Atlantic Garbage Patch – 200mila detriti per chilometro quadrato;
  • South Atlantic Garbage Patch – si estende per oltre 1 milione di chilometri quadrati e viene mossa dalla corrente oceanica sud atlantica;
  • Indian Ocean Garbage Patch – 2 chilometri e con una densità di 10mila detriti a chilometro quadrato;
  • Arctic Garbage Patch – di dimensione ridotte rispetto alle altre, ma purtroppo anche quest’ultima è in netto aumento.

Queste isole interamente composte da rifiuti, tra cui per la maggior parte plastica, rappresentano la prova della poca attenzione e dello scarso amore dell’uomo, verso il pianeta in cui vive. Sono dati preoccupanti, che fanno ben comprendere l’esigenza di attuare misure drastiche di riduzione del consumo di plastica.

Le norme della Comunità Europea, a questo proposito, prevedono:

  1. Il divieto di commercializzazione di prodotti di plastica realizzati con materiali non ecosostenibili;
  2. Obblighi per i produttori che dovranno contribuire a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, oltre quelli delle misure di sensibilizzazione;
  3. Obbligo per gli Stati membri di raccogliere il 90% delle bottiglie entro il 2025, introducendo sistemi di cauzione-deposito;
  4. Prescrizioni di etichettatura, ovvero alcuni prodotti dovranno avere un’etichetta chiara e standardizzata che indica come devono essere smaltiti, il loro impatto negativo sull’ambiente e la presenza in percentuale di plastica;
  5. Convincente politica di sensibilizzazione degli Stati membri, che dovranno portare i consumatori a ridurre notevolmente l’utilizzo della plastica, diminuendo la dispersione nell’ambiente dei prodotti.

Tutelare l’ambiente è un dovere di tutti gli abitanti di questo mondo, per questo motivo si sta cercando di convertire tutte le aziende ad una politica di sviluppo sostenibile con degli incentivi fiscali.

Dal punto di vista ambientale, per ciò che quindi concerne una migliore qualità di vita, è necessario che tutti noi sosteniamo la tutela dell’ambiente. La proposta della Commissione Europea:

  1. Eviterà l’emissione in atmosfera di 3,4 milioni di tonnellate di CO2;
  2. Eviterà danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di Euro entro il 2030;
  3. Genererà un risparmio per i consumatori equivalente a 6,5 miliardi di Euro.

Inoltre, questa politica ambientale fondata sul concetto di riciclo e riduzione dell’utilizzo dei materiali plastici rappresenterà anche un importante vantaggio per il settore della salute. E tu ami il pianeta in cui abiti? I dati parlano chiaro: abbiamo consumato, e ancora ne facciamo abuso, troppa plastica e ora è il momento di fare dei passi avanti, sostenendo l’ambiente mediante la riduzione dei materiali inquinanti.

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