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Le migliori PMI italiane: quando l’innovazione non può prescindere dal welfare

Pmi Italiane

Cosa sono le PMI? Semplice, l’acronimo significa Piccole e Medie Imprese, le quali costituiscono il motore dell’economia italiana

Per via della loro importante presenza sul territorio, dell’impiego di forza lavoro e dei relativi fatturati, le PMI italiane rappresentano la colonna portante del sistema produttivo nazionale.

Secondo il Rapporto 2022 di Welfare Index PMI il nostro Paese ha registrato un dato importante, ovvero una lenta ma costante crescita delle piccole e medie imprese da un punto di vista finora inedito. Le PMI italiane stanno iniziando, infatti, attraverso il welfare aziendale, a coprire un ruolo di primo piano anche dal punto di vista della coesione sociale. Il Rapporto 2022 fotografa una situazione molto chiara: le piccole e medie imprese con un welfare più evoluto rappresentano le più solide e competitive realtà sul mercato.

L’interesse nei confronti del welfare aziendale è sempre più diffuso, nelle PMI italiane, quale condizione per sostenere al meglio competitività e performance, avvicinando il benessere dei lavoratori alla mission aziendale. Gli obiettivi più comuni del welfare aziendale comprendono, per esempio:

● Previdenza e protezione;

● Salute e assistenza;

● Conciliazione vita-lavoro;

● Sviluppo del capitale umano;

● Sostegno per l’istruzione e la cultura.

Le migliori PMI italiane: un valore aggiunto per il sistema produttivo nazionale

Tra le migliori imprese sul panorama nazionale viene spontaneo chiedersi: quante sono le PMI italiane?

Per sapere quante sono le PMI italiane presenti nella lista delle migliori imprese dell’ultimo anno, è necessario consultare la classifica Best Workplaces Italia 2022. Analizzandola si ricava un dato importante e di buon auspicio: più della metà sono, infatti, PMI italiane.

Uno degli aspetti che accomuna le imprese ideali in cui lavorare è rappresentato dalle attenzioni rivolte ai dipendenti. Tra gli elementi comuni è facile riscontrare benefit come:

● Welfare aziendale;

● Formazione interna;

● Orari di lavoro flessibili;

● Possibilità di lavorare in smartworking.

Le migliori PMI italiane sono quindi, in genere, particolarmente attente al benessere e al wellbeing aziendale. Per molte imprese migliorare l’impatto sociale dell’azienda, occupandosi del benessere dei lavoratori e delle relative famiglie è parte integrante della mission: un aspetto, quindi, direttamente collegato agli obiettivi di business.

Incentivi e normative a supporto di PMI italiane e welfare

Nel 2023 le Piccole e Medie Imprese potranno contare su strumenti innovativi

Un ruolo fondamentale nella diffusione del welfare va riconosciuto all’attuale contrattazione nazionale, applicata – come certificato dal Rapporto 2022 di Welfare Index PMI – al 97,3% delle imprese. Tuttavia, solo il 66% delle PMI italiane è a conoscenza della possibilità di erogare premi attraverso il welfare. Di questa percentuale, poi, soltanto il 19,8% può contare su una conoscenza approfondita (e solo nel 6% dei casi si utilizza in maniera sistematica). Molto spesso le imprese italiane sono, purtroppo, carenti di figure professionali specializzate in materia. Per questo motivo è importante che istituzioni e associazioni collaborino per diffondere informazioni e servizi a sostegno del welfare aziendale.

Tra le piccole e medie imprese del sistema produttivo nazionale, una PMI su tre ha attivato sistemi per rilevare i bisogni dei propri dipendenti: i risultati in materia si sono dimostrati positivi sia dal punto di vista inerente al coinvolgimento dei lavoratori, che per quanto concerne il bilancio delle imprese. La maggior parte delle PMI italiane si dichiara infatti in larga misura compensata, nei costi, da quelli che sono i benefici fiscali. Il welfare aziendale trova la sua definizione come fattore generativo di ricchezza, capace di creare valore sociale per la comunità e per le imprese.

Quali sono le PMI innovative italiane?

Che cosa accomuna le protagoniste dell’economia italiana del prossimo immediato futuro?

Per essere considerate PMI innovative, occorre che le imprese rispettino almeno due requisiti fra i seguenti tre:

● Il primo è aver sostenuto in spese per R&S (per cui si intendono sia spese correnti, che in conto capitale) e innovazione almeno il 3% del maggior valore tra fatturato e costo di produzione.

● Il secondo, invece, è relativo alla qualificazione personale, per cui è richiesto un alto livello di istruzione. Ciò significa 1/5 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure, in alternativa, 1/3 con laurea magistrale.

● Infine, il terzo, la PMI deve essere titolare, depositaria o licenziataria di un brevetto – o titolare di un software registrato.

I benefici di una PMI Innovativa per il Paese

Cosa sono le PMI innovative, se non risorse per il sistema produttivo nazionale?

Come anticipato, le Piccole e Medie imprese italiane rappresentano la spina dorsale del nostro sistema economico: le PMI hanno realizzato, infatti, lo scorso anno, il 41% del totale del fatturato nazionale.

All’interno di questo quadro le PMI innovative meritano però un capitolo a parte. Queste ultime hanno ottenuto nel 2015 un riconoscimento normativo all’interno dell’ordinamento statale. Il risultato è che le PMI innovative – realtà imprenditoriali che impiegano una forza lavoro compresa tra i 10 e i 249 dipendenti -, possono contare, da diversi anni, sugli stessi benefici che dal 2012 vengono riconosciuti alle startup innovative. Per i motivi sopracitati quindi (su tutti: fatturato, numero dei dipendenti, e diffusione nel sistema produttivo nazionale), la crescita delle PMI innovative italiane è sinonimo di crescita del nostro Paese.

Perché l’innovazione non può prescindere dal welfare

Il welfare aziendale riduce il cuneo fiscale sia per l’azienda che per il dipendente

Il sistema produttivo nazionale del nostro Paese conta circa 160 mila PMI che rispettano gli standard della Commissione Europea per la definizione di piccole e medie imprese.

Per welfare aziendale come già visto, s’intendono le iniziative e i benefit messi in atto con l’obiettivo di migliorare la qualità lavorativa, il potere d’acquisto e il wellbeing dei dipendenti. I dati che monitorano l’ampia diffusione del welfare aziendale, in Italia, si riferiscono a circa 660 mila aziende, che complessivamente impiegano circa 10 milioni di lavoratori. Le PMI italiane che hanno raggiunto un livello medio di welfare è pari al 68,4%, mentre il 24,7% di queste ultime ha alzato gli standard e raggiunto, nel 2022, un livello avanzato.

Per le PMI italiane decise a puntare sul welfare aziendale sono previsti importanti benefici fiscali: strumenti concreti per avvicinare il benessere dei dipendenti alla crescita delle imprese. Nonché al fatturato del nostro sistema produttivo nazionale. Il welfare è pertanto uno strumento fondamentale per migliorare il clima lavorativo e il benessere dei dipendenti: rappresenta un nuovo modello di realtà lavorativa, determinata a trattenere i talenti e ad attirarne di nuovi grazie a benefit significativi e motivanti, capaci di affiancare anche gli aspetti economici.

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